Ipotiroidismo

L’ipotiroidismo è una condizione patologica caratterizzata dalla riduzione della funzionalità tiroidea.
La tiroide è una ghiandola endocrina, localizzata a livello del collo, deputata alla produzione degli ormoni tiroidei, che esercitano un ruolo fondamentale per il corretto funzionamento dell’organismo. La sua attività è a sua volta stimolata dal TSH (thyroid stimulating hormone), prodotto dall’ipofisi.
In Italia circa 6 milioni di persone soffrono di problemi alla tiroide: per quanto riguarda l’ipotiroidismo questo può essere dovuto ad una carenza di iodio nell’alimentazione, con incapacità di produrre gli ormoni, oppure per patologie autoimmuni, come la tiroidite di Hashimoto.

La diagnosi viene fatta con un’indagine ematica, inoltre sono presenti alcune caratteristiche fenotipiche che ci possono far venire il sospetto.
La terapia si basa sulla supplementazione delle carenze, con farmaci che forniscono l’ormone tiroideo mancante, ma anche dal punto di vista dell’alimentazione ci sono alcuni consigli utili e, con i nostri piatti, potrai esser sicuro di seguire la dieta ideale per te!

Gli ormoni tiroidei sono due: la triiodotironina (T3) e la tiroxina (T4), a seconda del numero di atomi di iodio presenti. La loro funzione principale è la regolazione del metabolismo: i recettori sono diffusi in tutti i tessuti corporei, motivo per cui una carenza dell’attività tiroidea porta ad alterazioni della funzione di organi diversi.



Ipotiroidismo

a tiroide svolge infatti un ruolo fondamentale nell’arco di tutta la vita, da prima della nascita alla terza età, in quanto regola, grazie agli ormoni che produce, importanti processi quali lo sviluppo neuropsichico e l’accrescimento somatico nell’età evolutiva, mentre in tutte le età è fondamentale per la funzione cardiovascolare, il metabolismo basale, lipidico, glucidico e osseo. Ma non solo, la tiroide - come se fosse una centralina di controllo - influenza la fertilità, il ritmo cardiaco, la forza muscolare e molto altro.
Tutte le fasce di età possono essere coinvolte, ma quelle a maggiore rischio comprendono le donne incinta (che hanno un fabbisogno maggiore di iodio, per cui durante la gravidanza è importante integrarlo), i bambini (per il ruolo primario degli ormoni tiroidei durante lo sviluppo, già durante la gravidanza; frequente l’ipotiroidismo congenito, in cui si ha una mancata o incompleta formazione della tiroide durante la gravidanza, con conseguente ritardo mentale nel nascituro: grazie ai programmi di screening attuali è ormai raro non diagnosticare in tempi rapidi questo problema, correggendolo con la giusta terapia) e gli anziani (nella terza età la percentuale dei pazienti affetti da disfunzioni della tiroide sfiora il 15% ed è necessaria una diagnosi tempestiva ed una rapida correzione farmacologica, poiché tali disfunzioni hanno un’importante influenza soprattutto sull’equilibrio cardiovascolare durante l’età geriatrica).

I sintomi sono molteplici, dall’aumento di peso corporeo ad alterazioni a livello cerebrale (scarsa memoria, scarsa concentrazione), affaticamento, tono dell’umore deflesso, perdita dei capelli, alterazione della percezione di caldo/freddo, alterazioni a livello cardiaco, gastrointestinale e dell’apparato riproduttivo.
Per quanto riguarda l’alimentazione, è importante tenere a mente la causa alla base dell’alterata funzione tiroidea: per esempio, un soggetto che soffra di tiroidite di Hashimoto non dovrà assumere troppo iodio che potrebbe portare ad un’iperfunzionalità della ghiandola con slatentizzazione della patologia. Invece, per l’ipotiroidismo da carenza, un corretto apporto di iodio, per esempio utilizzando sale marino con la dicitura “iodato”, aiuta a prevenirne l’insorgenza. Occhio a non esagerare, mantenere corretti livelli pressori è fondamentale!

L’ipotiroidismo porta a molteplici malfunzionamenti del nostro organismo, la dieta consigliata aiuta a gestire i sintomi, migliorando la qualità di vita. Cibi ricchi di iodio sono i pesci, le alghe ed altri ortaggi marini, i latticini crudi e le uova: la loro assunzione aiuta a prevenirne il deficit.
Per i sintomi gastrointestinali, come la stipsi, bere a sufficienza, almeno 1,5 L/die, ed assumere cibi ricchi di fibre (almeno 30-40 g di fibre/die) è sicuramente di aiuto; inoltre, grazie al senso di sazietà fornito dalle fibre, queste sono utili anche per contenere l’incremento ponderale.
Cibi ricchi di acidi grassi omega 3, come il pesce ed i semi, aiutano a mantenere un corretto funzionamento della tiroide.
Per i soggetti ipotiroidei la cui causa di malattia è correlabile ad uno stato infiammatorio (es T. di Hashimoto) è utile assumere frutta e verdura per il loro ricco contenuto di vitamine, minerali ed antiossidanti, necessari per ridurre i radicali liberi e l’infiammazione.
Alcuni alimenti contengono delle sostanze definite “goitrogene”, cioè inibenti la funzione tiroidea, in quanto interferiscono con il metabolismo dello iodio: può aumentare il rischio di ipotiroidismo e di aumento di volume della tiroide (gozzo), quindi per i soggetti affetti è utile evitarli! Tra questi alcuni vegetali come i broccoli e il cavolfiore. Alcune acque del rubinetto contengono fluoro o cloro che vanno ad interferire con l’assorbimento dello iodio, per cui è meglio evitarne l’assunzione.