Ovaio Policistico ed Endometriosi



La sindrome dell’ovaio policistico (PCOS) colpisce il 5-10% delle donne in età riproduttiva ed è il più comune disordine endocrino metabolico di questa fascia di età. È caratterizzata dall’ingrossamento delle ovaie, dalla presenza di cisti ovariche multiple e da alterazioni endocrinologiche e metaboliche (iperandrogenismo, resistenza all’insulina e conseguente iperinsulinemia). La PCOS non è sinonimo di sterilità: si ricorre all'induzione dell'ovulazione se la anovularietà è sistematica ed è l’unica causa di sterilità.

L’endometriosi è un’altra condizione tipica dell’età riproduttiva, che può colpire le donne fin dalla prima mestruazione (menarca) ed accompagnarla fino alla menopausa: è dovuta alla presenza di endometrio, il tessuto che riveste la mucosa uterina, in sede ectopica. La sintomatologia dolorifica è quella più lamentata dalle pazienti ed il dolore, cronico, peggiora durante il periodo mestruale. L’endometriosi è causa di sub-fertilità o infertilità (30-40% dei casi): l’impatto della malattia è alto ed è connesso ad una riduzione della qualità della vita. Una limitata consapevolezza della patologia è causa del grave ritardo diagnostico, valutato intorno ai sette anni. Una pronta diagnosi ed un trattamento tempestivo possono migliorare la qualità di vita e prevenire l’infertilità.

Noi di Fooderapy abbiamo creato dei menù adatti per queste condizioni patologiche, per aiutare le donne a ritrovare il proprio equilibrio.

La PCOS è data da una complessa alterazione funzionale del sistema riproduttivo caratterizzata dall’aumento degli ormoni maschili (iperandrogenemia) e dall’insulino resistenza. I segni e sintomi specifici sono irsutismo (eccesso di peluria su viso e corpo), alopecia androgenetica (acne e calvizie di tipo maschile), disturbi mestruali (mestruazioni irregolari, assenza di mestruazioni per più mesi, cicli scarsi o prolungati), basso desiderio sessuale, facile affaticabilità.
La terapia è farmacologica, ma si può fare molto seguendo uno stile di vita corretto: l’esercizio fisico (importante per ridurre la resistenza insulinica) e la perdita di peso (utile a ridurre i livelli di insulina, di SHBG e di estrogeni), possono ripristinare l'ovulazione o favorire l’effetto dei farmaci utilizzati per indurla. È fondamentale seguire sani e corretti stili di vita, acquisiti sin dalla più giovane età: il tutto aiuta a prevenire questa condizione.

I suggerimenti utili da seguire valgono per entrambe le condizioni ed hanno molti punti comuni con la Dieta Mediterranea. Incrementare l’apporto di fibre, per esempio con un maggiore apporto di verdure e semi oppure preferendo i cereali integrali; una maggiore assunzione di cibi ricchi di omega 3 che aiutino a ridurre l’infiammazione: pesce azzurro, olio di oliva, frutta secca ne contengono in abbondanza. Come fonti proteiche è bene introdurre, in sostituzione a secondi piatti di origine animale, i legumi. Preferire la carne magra (per esempio quella di pollo, tacchino o coniglio). Il mantenimento di livelli di glicemia corretti, per evitare l’insulinoresistenza, si può ottenere scegliendo cibi con un basso indice glicemico.

Per la PCOS sono stati condotti alcuni studi in cui alle pazienti è stata proposta una dieta chetogenica: è una dieta ad elevato tenore lipidico, ma bassa in carboidrati, inizialmente prescritta per i bambini con epilessia resistente alla terapia. Attualmente viene indicata per diverse condizioni e, grazie al calo ponderale significativo cui vanno incontro i pazienti, con effetti benefici sul profilo lipidico e glicemico, sembra offrire ottimi risultati anche per la PCOS.